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BREVE STORIA DI UN COMITATO lunedì 23 marzo 2015

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Comitato No Inceneritori-Mogliano Veneto (CNI)

6-09-2005: Unindustria TV presenta la richiesta di realizzazione di due impianti di incenerimento per “rifiuti speciali non pericolosi”. Progetto sostituito poi completamente da uno nuovo, nel dicembre 2008.

27-09-2005: Il Comune di Mogliano esprime parere negativo alla localizzazione dell’impianto a Bonisiolo e nel gennaio 2006 affida ad una società specializzata, attraverso un team selezionato di esperti, la consulenza per predisporre il parere che il comune stesso sarà tenuto a dare in sede di istruttoria e di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sul progetto.

11-07-2006: Approvazione OdG sull’inceneritore: …il Consiglio comunale di Mogliano V.to IMPEGNA l’Amministrazione comunale a svolgere tutte le possibili azioni e le iniziative necessarie a contrastare efficacemente tali costruzioni (inceneritore e discarica 2B di Zerman), avviando progetti speciali a tale riguardo e valutando la possibilità di un esproprio per pubblica utilità dell’area individuata per l’inceneritore, e/o lo sviluppo di un progetto di riqualificazione e valorizzazione ambientale per la mitigazione dell’impatto negativo determinato dal Passante autostradale”.

Inizio 2007: viene affisso uno striscione No INCENERITORE davanti al Municipio. Per tutto il 2007, ma soprattutto con il commissariamento del Comune, fino alle elezioni amministrative del giugno 2009, il problema inceneritore viene accantonato.

2008: a Mogliano alcuni cittadini cominciano ad incontrarsi e a diffondere informazioni sul progetto di Unindustria. La preoccupazione spinge alcuni ad informarsi sul ciclo di vita dei materiali e, in particolare, sulla tossicità dei prodotti di combustione (diossine in particolare, metalli pesanti, nano polveri, ma non solo). Viene analizzato il funzionamento degli inceneritori, con particolare riguardo al complessivo svantaggio energetico, alle emissioni nell’atmosfera e nel suolo. Via via, sempre più persone decidono di impegnarsi in un’azione di contrasto a questi impianti. Sono eterogenee per età, caratteri, provenienza geografica, mentalità ed attitudini professionali, ma complessivamente sono spinte da un bello spirito collaborativo ad inventare iniziative, a proporre idee e processi. Infatti la nuova Amministrazione Azzolini nomina la Commissione consiliare no-inceneritore, e nelle figure dell’Assessore, arch.Davide Bortolato, e del coordinatore della commissione, Ottorino Celebrin, partecipa e organizza incontri dedicati al tema in tutti i quartieri ed anche in altri comuni interessati, espone striscioni all’esterno del Centro Sociale, dello stadio e sul Terraglio; insomma, ufficializza e quindi rafforza l’opinione diffusa tra i cittadini, ma espressa, altrimenti, in modo minoritario. Dal Comitato di Mogliano, e da quelli di altri comuni, parte anche la spinta per un accordo di coordinamento dei comuni interessati al progetto (Mogliano capofila, Preganziol, Casale, Marcon e Quarto d’Altino) sul fronte del NO. Sindaci, Giunte e soprattutto Assessori all’Ambiente si coordinano e convocano le cittadinanze. Viene nominato consulente per i cinque comuni lo Studio Terra srl di S.Donà di Piave. Le Province di Treviso e di Venezia sembrano aver preso consapevolezza dell’importanza di respingere il progetto. Quella di Treviso organizzerà successivamente anche un convegno sulla Valutazione dell’Impatto Sanitario (VIS) per aprire le porte a ragionamenti che mettano in relazione ambiente e salute in modo efficace. La pressione dei cittadini e degli amministratori locali sembra però senza sbocchi efficaci e, durante l’autunno-inverno 2009, il CNI attende in grande tensione la pubblicazione della data della presentazione pubblica del progetto, per organizzare in quel momento delle mobilitazioni cittadine che siano vaste ed espressive del dissenso. Ma alla pubblicazione, fortunatamente, non si arriva. Comitato e Comune organizzano una lunga serie di assemblee ed incontri volti ad informare tutta la cittadinanza, compresi anche gli alunni delle scuole con le loro mamme, sulle conseguenze deleterie degli inceneritori.

Inverno 2009: Il Consiglio regionale nel 2007 aveva approvato la Risoluzione (N. 26) e la Mozione (N. 24) che intimavano alla Giunta di non concedere autorizzazione agli impianti di Silea e di Mogliano, e a qualsiasi altro impianto, in assenza di un Piano regionale specifico. Chi decide le approvazioni degli impianti, alla fine, non è però il Consiglio regionale ma la Giunta. Mozioni e risoluzioni costituiscono importanti strumenti di indirizzo e di orientamento, attraverso i quali il Consiglio conferisce impegni politici alla Giunta, ma purtroppo non hanno forza di legge. Si tratta quindi di puntare ad un provvedimento di legge regionale vera e propria. Quindi, il presidente del Comitato, Giorgio Massimi, nella sua funzione di consulente per i cinque Comuni, propone agli stessi di prepararsi a presentare in Consiglio regionale una apposita proposta di legge regionale di Enti locali”, e ne abbozza il testo.

2010: Il Consiglio regionale è in scadenza, e si avvia a discutere l’ultima Finanziaria. Vengono nel frattempo attuati presidi presso il Consiglio regionale da parte dei comitati accompagnati da alcuni Sindaci. Il presidente Massimi rifinisce allora il testo di un possibile emendamento alla Finanziaria 2010 che stabilisca una moratoria alle approvazioni di impianti di smaltimento di rifiuti speciali, inceneritori compresi, con un dispositivo congegnato in modo da renderlo immune da ipotesi di impugnative dinanzi alla Corte costituzionale. D’intesa quindi con alcuni consiglieri regionali, lo stesso riesce poi a far convergere maggioranza ed opposizione sul contenuto dell’emendamento che viene approvato e che risulterà poi formalizzato come “Legge Regionale 16/2/2010 n.11, art.16”. Tale provvedimento negli anni successivi si dimostrerà, sul piano pratico, utile strumento precauzionale grazie alla previsione dell’attestazione di indispensabilità degli impianti da parte del consiglio provinciale competente per il territorio, previo parere dell’Osservatorio regionale Rifiuti dell’ARPAV, in base al principio di prossimità.

2011: Il Comitato collabora per l’organizzazione di importanti convegni, rispettivamente presso la Provincia di Treviso e il Comune di Mogliano, che si aggiungono a quelli organizzati dall’Ecostituto del Veneto Alex Langer del prof. Michele Boato, coadiuvato dai citati Comitati Riuniti, con proposte innovative sul tema dell’industria del riciclaggio, tutti mirati a proporre alla Regione un piano regionale rifiuti sostenibile verso rifiuti zero. Purtroppo, con l’approvazione del nuovo Piano Rifiuti, verrà a cadere la citata legge n.11 (art.16) e di conseguenza anche la vantaggiosa parte procedurale che impone l’accertamento del requisito di indispensabilità degli impianti.(Meriterebbe riparlarne).

2012: il Piano Rifiuti viene approntato e pubblicato per i pareri dei Soggetti aventi competenza in materia ambientale (Province, Unità Sanitarie, Autorità di Bacino, Enti Parco, ecc.). In questa fase, il comitato, con il rilevante appoggio del Comitato No Inc. di Quarto d’Altino, e in collaborazione con l’Associazione medici A.M.A., coinvolge alcune province ed Ulss per iniziare a scoperchiare quello che è un grande buco nero del nostro apparato legale sulle opere pubbliche: la mancanza di consequenzialità tra le ricadute di tali opere sulla salute dell’ambiente e delle persone. In fase successiva, sono state raccolte le osservazioni degli altri soggetti interessati, pubblici e privati (enti istituzionali, associazioni, comuni, persone fisiche, ecc…). Poche quelle accolte, respinte quelle attinenti agli impatti sanitari.

2014: Attualmente, il Documento di Piano (integrato nei vari passaggi procedurali) va verso la conclusione: si trova presso la Commissione Ambiente del Consiglio regionale a disposizione dei soggetti che intendano presentarsi, previa richiesta, in audizione. Tutto ciò premesso, tenuto conto di una sensibilizzazione agli aspetti ambientali maturata nel frattempo, siamo certi che l’attuale Amministrazione saprà gestire al meglio le problematiche attinenti l’ambiente ed in particolare la gestione dei rifiuti, ma soprattutto terrà in considerazione il problema che tiene ancora attento il Comitato No inceneritori, ossia che il progetto di Unindustria non ci risulta sia stato definitivamente cancellato.

Il nostro motto (carico di speranze): “a volte bastano pochi che sappiano, e che sappiano divulgare”.

Dr.ssa Chiara Giaggio, medico,

per Il Comitato No Inceneritori – Mogliano Veneto

Mogliano V.to, 14 luglio 2014

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